La causa del riscaldamento globale
La consapevolezza che i livelli di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera non solo sono in aumento, ma potrebbero anche causare un disastroso riscaldamento, ha ottenuto per la prima vola un grande attenzione scientifica e di pubblico negli anni ’50. In passato gli scienziati ritenevano che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera variasse a seconda del periodo, ma che si aggirasse sempre sullo 0,03%, o si 300 parti per milione (ppm). Nel 1958 il geochimico americano Charles Keeling iniziò a misurare la concentrazione di CO2 usando uno strumento sensibile da lui sviluppato. Furono le sue scoperte ad allertare il mondo dell’incessante rialzo del CO2 e, verso la fine degli anni ’70, circa il ruolo della specie umana nell’accelerazione del cosiddetto “effetto serra”.
Keeling misurò il CO2 in svariati luoghi: nel Big Sur della California, nella Penisola Olimpica dello stato di Washington e nelle alte foreste montane dell’Arizona. Registrò misurazioni anche al Polo Sud. Nel 1957, fondò una stazione meteorologica a 3.000 m sopra il livello del mare sulla cima di Mauna Loa alle Hawaii. Qui misurò con regolarità il livello di anidride carbonica, scoprendo tre cose. Innanzi tutto, si registrava una variazione quotidiana a livello locale. La concentrazione era al minimo a metà pomeriggio, quando le piante erano più attive nell’assorbimento di CO2. In secondo luogo, c’era una variazione annuale a livello globale. L’emisfero settentrionale aveva una superficie maggiore su cui le piante potevano crescere, e il livello di CO2, andava lentamente aumentando durante l’inverno, quando le piante non crescevano; raggiungeva un picco a maggio, prima che iniziassero di nuovo a svilupparsi e ad assorbire CO2. Il livello scendeva al minimo ad ottobre, quando le piante situate a nord morivano a causa del sopraggiungere dell’inverno. Infine, in terzo luogo, la concentrazione mostrava un inesorabile aumento. Le masse di ghiaccio polare contenevano bolle d’aria che mostrano che sin dal 9.000 a.C. il volume della concentrazione di CO2 variamo per lo più tra 275 e 285 ppm. Nel 1957 Keeling misurò 315 ppm a maggio 2013, la concentrazione media aveva superato per la prima volta i 400 ppm. L’aumento del 1958 al 2013 era stat o di 85 ppm, cioè era aumentato del 27% in 55 anni. Questo rappresentava la prima prova concreta che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera terreste è in aumento.
Il CO2 è un gas serra che trattiene il calore del Sole, ed è perciò verosimile che un aumento della sua concentrazione causi il riscaldamento globale. Keeling scoprì che al Polo Sud la concentrazione è aumentata ad un tasso di circa 1,3 ppm annui. Il tasso di crescita osservato è quasi pari a quello previsto per la combustione di carburante fossile (1,4ppm). In altre parole, gli esseri umani vi contribuiscono in maniera significativa.
Charles Keeling
Oltre che scienziato è anche un’ottimo pianista. Ha preso il dottorato presso il Caltech (California Institute of Technology). Nel 2002 riceve la National Medal of Science, la più alta onorificenza americanate la carriera scientifica.
da “Il libro della scienza” edito da Gribaudo.