Il virus non esce dal rubinetto
A inizio febbraio i tecnici di Vivaservizi hanno incontrato l’Istituto Superiore di Sanità per istituire un piano di sicurezza delle reti idriche. Vivaservizi è infatti la capofila regionale dell’ISS, tenendo conto che dalla fonte di Gorgovivo arriva il 75% dell’intero ciclo dell’acqua regionale (depurazione e distribuzione).
La fonte di Gorgovivo
“La fonte di Gorgovivo – precisa l’ingegnere Giacomo Balzani, responsabile della prima parte del ciclo idrico, quello che dalla sorgente arriva alle utenze – è una fonte profonda, non avvicinabile in una zona protetta. Non è possibile che acqua di superficie arrivi in profondità. E questo vale anche per tutte le altre fonti da cui prendiamo l’acqua.”.
I protocolli di trattamento dell’acqua sono stati discussi proprio con l’ISS, secondo i parametri dell’OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità). L’acqua viene trattata con ipoclorito di sodio oppure con biossido di cloro o, infine,con i raggi ultravioletti. Il livello della leggera clorazione è definito per legge e lo devono praticare tutte le aziende che gestiscono il ciclo idrico, il cloro disintegra la parte esterna della cellula del virus e lo uccide.
La massima sicurezza
Questo garantisce quindi la massima sicurezza di ciò che esce dal rubinetto. “E poi c’è una rete di controllo che conta circa 8000 prelievi l’anno. In vari punti della rete, i campioni sono esaminati dal nostro laboratorio nel quadro dell’autocontrollo. La ASUR invece una volta a settimana effettua un prelievo a caso sull’estensione dell’intera rete.”
Non ci sono preoccupazioni
In ogni caso, sia per ragioni di concentrazione bassa sia per ragioni di disinfezione, non ci sono preoccupazioni: “L’ipoclorito che aggiungiamo in fase di depurazione agisce come disinfettante. Se c’è un minimo rischio, sempre secondo l’ISS, è quello della creazione di aerosol in alcune fasi della depurazione quali il pompaggio in teta all’impianto. Ma chi agisce nelle sedi dei depuratori è dotato di dispositivi di protezione adeguati come guanti, mascherine Fpp, Fpp3 e tute.”
Dal Corriere Adriatico di Martedì 21 aprile 2020